Il calcio è fatto di storie di successi e di delusioni, e il Cagliari non fa eccezione. Tra i tanti giocatori che hanno indossato la maglia rossoblù, alcuni sono rimasti impressi nella memoria dei tifosi per le loro prestazioni straordinarie, mentre altri sono passati come meteore. Uno di questi è Luis Alberto Romero, attaccante uruguaiano che, nonostante le grandi aspettative, non è riuscito a lasciare il segno in Sardegna.
Un arrivo carico di speranze
Nel 1996, il Cagliari decise di puntare su Romero, un bomber che aveva fatto faville in patria con il Peñarol. Con 17 reti in 37 presenze, l’attaccante sembrava avere tutte le carte in regola per sfondare anche in Serie A. L’arrivo di Gregorio Pérez, tecnico con cui Romero aveva vinto tre campionati uruguaiani, sembrava garantire un futuro roseo per il club sardo.
Un’avventura breve e deludente
Purtroppo, le cose non andarono come previsto. Dopo solo sei giornate, Pérez venne esonerato e al suo posto tornò Carletto Mazzone. Romero, etichettato come il “nuovo Ravanelli”, non riuscì a trovare la sua dimensione nel campionato italiano. In dieci presenze, collezionò un’espulsione e un assist, ma nessun gol. A gennaio, il suo ritorno al Peñarol segnò la fine della sua avventura italiana.
Un ritorno al successo in patria
Nonostante la delusione in Italia, Romero tornò a brillare in Uruguay, partecipando alla Copa América 1997 e vincendo un altro titolo nazionale. La sua carriera proseguì principalmente in Sud America, con esperienze in Cina, Perù e Argentina, fino al ritiro nel 2007 con il Cerro Largo.