Il futuro delle infrastrutture sportive italiane è stato al centro delle recenti dichiarazioni del Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi. Nella grande attesa per la candidatura congiunta di Italia e Turchia a Euro 2032, le sue parole hanno acceso i riflettori sulla necessità di modernizzare gli impianti. C’è quindi speranza il progetto del nuovo stadio del Cagliari, destinato a portare il nome del leggendario Gigi Riva?
Una nuova figura per i lavori
L’Italia si trova di fronte a un’opportunità unica per adeguare i propri impianti agli standard europei. Il ministro Abodi ha più volte evidenziato come la disponibilità di strutture all’avanguardia sia fondamentale per accogliere manifestazioni di calibro internazionale. La partecipazione a Euro 2032, infatti, non è vista solo come un traguardo sportivo, ma come un catalizzatore per la riqualificazione e la sostenibilità degli stadi esistenti, spesso considerati obsoleti. Un elemento chiave per sbloccare i progetti è la nomina di un commissario dedicato alla gestione delle opere. Questa figura, come spiegato da Abodi, avrà il compito di semplificare le procedure burocratiche e accelerare i processi decisionali. “Se si è giunti all’idea di un commissario per gli stadi è perché dopo due decenni si è compreso che senza tale figura, ogni passo risulta più arduo”, ha dichiarato. Il commissario opererà in stretta sinergia con le amministrazioni locali, facilitando il dialogo tra il settore pubblico e gli investitori privati interessati a costruire o migliorare gli impianti. L’obiettivo è replicare modelli di successo internazionali, dove una gestione centralizzata ha garantito il rispetto delle scadenze.
Il Cagliari c’è
Tra le candidature più significative per ospitare le partite di Euro 2032 spicca con forza il nuovo stadio di Cagliari, che sarà intitolato a Gigi Riva. Per la Sardegna e per la città questa sarebbe un’occasione storica di visibilità globale e di sviluppo. La realizzazione dell’impianto però è vincolata a tempistiche rigorose. “Saranno messi a disposizione anche gli strumenti finanziari per agevolare la composizione del quadro che contribuirà alla realizzazione di opere che devono iniziare entro un anno,” ha precisato Abodi. “Entro l’ottobre del 2026, la Federcalcio dovrà indicare i cinque stadi per Euro 2032 e i cantieri dovranno essere operativi entro aprile o maggio del 2027. Abbiamo bisogno di stadi accessibili, moderni e sostenibili dal punto di vista ambientale.” Secondo Abodi l’impegno per la costruzione di nuove infrastrutture sportive va oltre la mera candidatura agli Europei: “Con o senza Europei, questo percorso deve essere intrapreso”. È ora che l’Italia abbia impianti all’altezza.