Le recenti dichiarazioni di Carlalberto Ludi, direttore sportivo del Como, hanno acceso i riflettori su un particolare aspetto che tocca da vicino il Cagliari. Durante la sua partecipazione a SportitaliaMercato, Ludi ha commentato la cessione di Andrea Belotti al Cagliari, trasformando l’argomento in un’occasione per analizzare il percorso di crescita e miglioramento del suo club nel panorama delle trattative.
Le riflessioni di Ludi sul mercato e il caso Belotti
Ludi, figura chiave nella direzione sportiva del Como, ha offerto una prospettiva approfondita sulle dinamiche del calciomercato, sottolineando come ogni finestra di trattative rappresenti un’opportunità di apprendimento e affinamento delle strategie. Le sue parole hanno evidenziato un approccio metodologico orientato al miglioramento continuo. Ludi ha ammesso che la finestra di mercato di gennaio dell’anno precedente, quella che ha preceduto la promozione in Serie A del Como, è stata “mediocre”, “caratterizzata da tanti errori”, nonostante l’arrivo di giocatori decisivi come Strefezza e Goldaniga. Questa autocritica costruttiva è alla base della filosofia del club lariano, che mira a correggere il tiro e a evolvere costantemente le proprie scelte.
La cessione di Belotti al Cagliari
Nel corso della discussione, il direttore sportivo del Como ha toccato un punto specifico che ha riguardato Belotti e il suo ultimo trasferimento. Ludi ha utilizzato questo spunto per illustrare la mentalità del suo club, affermando: “Belotti è stato un errore? No, Belotti è un grandissimo esempio di come questo club, questo gruppo di lavoro, tende a migliorarsi”. Questa dichiarazione non si focalizza sull’esito della trattativa in sé, ma piuttosto sul processo decisionale e sull’evoluzione strategica del Como. Ludi ha spiegato che il club ha adottato un “modello di business molto coraggioso” e ha compiuto “scelte tecniche molto coraggiose”, spingendo sull’acceleratore per acquisire giovani promettenti che stanno ora dimostrando il loro valore. La menzione di Belotti, dunque, serve a Ludi come metafora di un percorso di affinamento delle proprie politiche di mercato, imparando dagli errori passati per costruire una squadra con un grande potenziale di crescita.