Il mondo del giornalismo sportivo e gli appassionati di calcio piangono la scomparsa di Franco Ligas, una voce e un volto che hanno segnato decenni di cronaca sportiva. La sua dipartita, all’età di 79 anni, risuona con particolare intensità in Sardegna, terra che gli diede i natali e alla quale rimase profondamente legato, un legame simboleggiato anche dalla sua squadra del cuore d’origine: il Cagliari.
Le radici sarde di una passione indelebile
Nato a Oristano il 10 gennaio del 1946, Franco Ligas ha intrapreso un percorso professionale che lo ha portato dai banchi di scuola, dove era abilitato all’insegnamento, ai riflettori della televisione. Il suo debutto nel 1976, con un’intervista a icone del tennis come Panatta e Pietrangeli, fu solo l’inizio di una carriera eclettica. Tuttavia, al di là delle molteplici discipline che ha raccontato, dal pugilato al ciclismo, dal basket all’ippica, il calcio e la boxe sono rimaste le sue passioni più grandi. E in questo panorama, il Cagliari ha sempre rappresentato per lui un punto di riferimento emotivo, la squadra che lo riconduceva alle sue origini sarde, un simbolo di appartenenza e di profondo affetto.
Cagliari, cuore pulsante del calcio sardo
La scelta di Ligas di considerare il Cagliari la sua squadra “d’origine” prima di adottare la Fiorentina, evidenzia il forte legame che unisce l’isola al suo club più rappresentativo. Per i tifosi sardi, il Cagliari non è solo una squadra di calcio, ma un’espressione dell’identità e dell’orgoglio regionale. La passione che Ligas ha dimostrato nel corso della sua lunga carriera, durata trent’anni con Mediaset dagli anni Ottanta fino alla metà del primo decennio dei Duemila, e proseguita anche dopo il suo ritiro nel 2013, riflette quella stessa intensità che anima ogni sostenitore rossoblù. La sua figura incarna la dedizione e l’amore per lo sport, valori che a Cagliari trovano terreno fertile e una risonanza profonda.