Nel vivace dibattito calcistico, le parole di Riccardo Trevisani hanno acceso i riflettori sulle strategie di mercato del Napoli, con un’attenzione particolare alla gestione del reparto portieri. Intervenuto nel corso del programma “Fontana di Trevi”, trasmesso su “Cronache di Spogliatoio”, il noto giornalista ha offerto una prospettiva critica sulle recenti operazioni del club partenopeo, sollevando interrogativi sulla cessione di Elia Caprile al Cagliari e sugli investimenti successivi.
Le perplessità di Trevisani sulla gestione portieri del Napoli
Trevisani non ha nascosto il suo disappunto riguardo alcune scelte del Napoli, focalizzandosi sulla partenza di Elia Caprile. “Una squadra che ha un portiere del calibro di Caprile non dovrebbe privarsene per acquisire altri profili”, ha dichiarato il giornalista, sottolineando il valore intrinseco del giovane estremo difensore. La sua analisi suggerisce che la presenza di Caprile avrebbe potuto offrire al Napoli una soluzione interna di alto livello, rendendo superflue altre operazioni sul mercato.
Il fulcro della critica di Trevisani si è poi spostato sull’investimento complessivo per i portieri Milinkovic Savic e Lang. “Milinkovic Savic ha le sue qualità, è un buon portiere, ma il punto non è lui in sé”, ha precisato Trevisani. “Il problema risiede nell’aver speso una cifra considerevole per Milinkovic Savic e Lang che, sommati, non apportano un valore aggiunto significativo al Napoli”. Il giornalista ha evidenziato come un tale esborso, stimato intorno ai 50 milioni di euro, avrebbe potuto essere impiegato diversamente, magari per rinforzare altri settori della squadra con elementi di comprovato impatto, come un attaccante del calibro di Lookman.
La posizione di Trevisani è chiara: la decisione di cedere Caprile al Cagliari, per poi investire in altri portieri, rappresenta una mossa discutibile. “Contesto fortemente questa strategia”, ha ribadito, esprimendo una visione che privilegia la valorizzazione dei talenti già presenti in rosa e un’allocazione più oculata delle risorse economiche. Le sue parole invitano a una riflessione più ampia sulle priorità e sulle logiche che guidano le scelte di mercato delle grandi squadre, specialmente quando si tratta di giovani promesse e di investimenti onerosi.