Il dibattito sul caso che ha coinvolto Michael Folorunsho si allarga, con nuove e autorevoli voci che intervengono sulla vicenda. Dopo l’insulto del centrocampista del Cagliari al difensore della Roma Mario Hermoso, e le successive reazioni, anche il ministro per lo Sport Andrea Abodi e il capo delegazione della Nazionale Gianluigi Buffon hanno preso una posizione netta, criticando la mancanza di provvedimenti e chiedendo un cambio di passo.
Le reazioni e la mancata sanzione
A pochi giorni dall’episodio, il centrocampista del Cagliari aveva utilizzato i propri canali social per scusarsi. A distanza di tempo era arrivata la dichiarazione di Mario Hermoso, che aveva definito la questione un “tema delicato”, rimettendo alla Lega il compito di stabilire un limite alla tolleranza per certi commenti. La vicenda, però, non ha avuto conseguenze disciplinari: né la squadra arbitrale né il giudice sportivo hanno infatti emesso sanzioni, un fatto che ha ulteriormente alimentato la discussione sull’adeguatezza delle norme attuali.
Abodi: “Il sistema non quadra”
Il ministro per lo Sport Andrea Abodi ha definito l’insulto “violento e inaccettabile”, sottolineando come un episodio simile non possa concludersi senza conseguenze. Secondo il ministro, non si può permettere che l’assenza di provvedimenti diventi la norma, magari nascondendosi dietro interpretazioni burocratiche. Abodi ha insistito sulla responsabilità dei professionisti, la cui visibilità impone un comportamento esemplare. “Se a fronte di insulti non succede nulla, si è autorizzati a continuare”, ha affermato, evidenziando come l’esempio negativo della Serie A possa ripercuotersi a cascata sulle categorie inferiori, come la Terza Categoria o i campionati Under 15, generando un modello diseducativo.
Buffon: “Giusto applicare sanzioni severe”
Sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso Gianluigi Buffon. L’ex portiere e attuale capo delegazione della Nazionale ha appoggiato pienamente la linea del ministro, riconoscendo che i protagonisti in campo hanno il dovere di mandare segnali migliori. Con un commento autocritico, ha ammesso di aver talvolta dato esempi negativi durante la sua carriera, concludendo però che per episodi di questo tipo “è giusto applicare sanzioni severe”.
La richiesta di modifica al codice
Le parole di Abodi e Buffon si aggiungono a quelle di Evelina Christillin, che aveva già definito l’accaduto “inaccettabile”. L’ex membro del Consiglio FIFA aveva evidenziato un vuoto normativo nel codice di giustizia sportiva, criticando un impianto che punisce la blasfemia ma non altre offese gravi. L’auspicio, condiviso da più parti, è che l’eco mediatica della vicenda possa trasformarsi in un’opportunità per una riflessione profonda e per una revisione delle regole, promuovendo una vera e propria battaglia culturale per il rispetto dentro e fuori dal campo.




