Marchetti, l'ex portiere che porta fortuna: il suo commento dopo la partita
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Marchetti, la verità sul Cagliari: “Rifiutai di giocare per depressione”

L’ex portiere del Cagliari, Federico Marchetti, svela i retroscena del suo addio: dalla depressione che lo portò a rifiutare di giocare, al rapporto conflittuale con l’ex presidente Cellino.

Federico Marchetti, ex portiere del Cagliari, ha condiviso aspetti inediti e difficili del suo passato in Sardegna in un’intervista rilasciata a “La Gazzetta dello Sport”. Le sue parole fanno luce su un periodo complesso, segnato da problemi personali e da un rapporto teso con l’allora presidente Massimo Cellino.

Il rifiuto di giocare e la depressione

Uno degli episodi più discussi della sua carriera in rossoblù è stato il suo rifiuto di scendere in campo. Marchetti ha svelato per la prima volta la vera ragione dietro quella decisione: una battaglia contro la depressione. “Stavo male, non ero nello stato mentale adatto per scendere in campo”, ha confidato il portiere, spiegando di aver comunicato il suo stato d’animo al preparatore dei portieri, senza però sentirsi compreso. Ha poi raccontato come il club gestì la situazione, mascherando la sua assenza con un finto infortunio e lasciandolo di fatto solo ad affrontare un problema serio che, come sottolinea, “va trattata con serietà”.

L’accusa di mobbing a Cellino

Marchetti ha inoltre parlato di un “mobbing camuffato” che avrebbe subito da parte della società, guidata da Cellino. Il conflitto sarebbe esploso dopo il Mondiale in Sudafrica del 2010, a causa di una sua dichiarazione in cui esprimeva il desiderio di giocare in Champions League. Da quel momento, pur allenandosi regolarmente con i compagni, non ricevette più alcuna convocazione, dando il via a quella che definisce “una guerra senza fine”. Un aneddoto curioso riguarda la battaglia legale che ne seguì, con il portiere che si presentò in tribunale con un abito viola per provocare la nota scaramanzia di Cellino, che reagì con gli “occhi sbarrati”.