Nel cuore della Sardegna il Cagliari Calcio ha intrapreso un percorso profondo, radicato nell’identità e nell’appartenenza. Il mantra di un “Cagliari dei cagliaritani” non è solo uno slogan, ma una filosofia che permea ogni livello del club. Dalla prima squadra al settore giovanile. Questa visione, che punta a valorizzare il legame con il territorio e a coltivare i talenti in casa, si scontra però con una realtà che genera interrogativi: la scarsa presenza di giocatori rossoblù nelle rappresentative nazionali.
L’identità rossoblù e la prima squadra
Il Cagliari si distingue per essere un club con una chiara vocazione alla crescita interna dei propri talenti. La scelta di Fabio Pisacane, sebbene napoletano di nascita ma ormai rossoblù d’adozione, come nuova guida tecnica, è la prima testimonianza di questa direzione. La prima squadra, pur confrontandosi con le compagini più forti della Serie A, ha dimostrato carattere e tenacia. Nonostante le prestazioni sul campo, alcuni profili come Roberto Piccoli, Elia Caprile, Nadir Zortea e Sebastiano Luperto non hanno ancora trovato spazio nelle selezioni nazionali, alimentando il senso di un’opportunità mancata.
Il vivaio d’eccellenza e i suoi gioielli
Il settore giovanile del Cagliari rappresenta un vero fiore all’occhiello, testimoniato da successi concreti. La Primavera ha conquistato la Coppa Italia di categoria, sfiorando per un soffio i playoff scudetto. Anche le formazioni Under 17, con Luca Costa (classe 2008, capocannoniere del campionato) e Giovanni Andrea Cardu (vicecapocannoniere), hanno raggiunto i quarti di finale dei playoff. Tra i talenti emergenti spiccano Thomas Boccia dell’Under 16 e Roberto Malfitano, centrocampista già da tre stagioni in Primavera e il più giovane ad aver esordito in categoria. Riyad Idrissi (classe 2005), terzino cresciuto nell’Academy rossoblù, ha ricevuto la sua prima convocazione in Under 20 solo dopo essere approdato in prestito al Modena, in Serie B. L’unica eccezione significativa per le convocazioni in Nazionale è stata quella di Matteo Prati nell’Under 21, ma il percorso per gli altri giovani è apparso decisamente più arduo.
La distanza dall’Azzurro: un enigma da risolvere
La questione delle mancate convocazioni assume contorni più definiti se si considera la rarità con cui gli osservatori delle Nazionali visitano la Sardegna. Sembra persistere una percezione di lontananza dell’Isola dalla Penisola italiana, che si traduce in una minore attenzione verso i talenti locali. Nonostante le ottime relazioni con la Federazione e il lavoro di uomini di calcio come Bernardo Mereu e l’avvocato Antonio Romei, le convocazioni nel ciclo di Maurizio Viscidi sono state esigue per i calciatori del Cagliari. Questo scenario suggerisce una difficoltà dell’establishment nel curare le sinergie con i club meno “sponsorizzati”, un fattore che penalizza il lavoro svolto a Cagliari. L’Isola, più che lontana, appare “scomoda” per il monitoraggio e la valorizzazione dei nuovi profili. Un aspetto che, unito all’influenza dei procuratori, contribuisce a creare un divario tra il valore dei calciatori e il loro riconoscimento a livello nazionale. Il lavoro identitario del Cagliari, pur essendo tra i più lodevoli, attende ancora il giusto premio in azzurro.