Il Cagliari si prepara ad affrontare una nuova stagione con una mentalità da battaglia, consapevole che il percorso sarà arduo e richiederà il massimo impegno da ogni singolo componente. L’obiettivo è chiaro: alzare l’asticella fin da subito, senza timore del confronto, con coraggio e tenacia.
La filosofia di Pisacane e il precampionato senza sconti
La visione di Fabio Pisacane si sta concretizzando in un lavoro meticoloso, orientato a obiettivi precisi e a una ricerca costante della perfezione. L’idea è quella di scendere in campo ad armi pari in ogni partita, con undici uomini uniti e determinati. Questa filosofia si riflette anche nella scelta delle sfide pre-campionato. Lontano dalle goleade illusorie contro squadre amatoriali, il precampionato rossoblu si configura come un vero e proprio cammino da Europa League, con avversari di calibro internazionale come Galatasaray, Hannover e Saint’Etienne. Non ci sono passeggiate, perché la Serie A non concede sconti. È un percorso pensato per temprare il carattere, per abituare la squadra alla durezza di un campionato dove ogni errore può costare caro.
Giovani e veterani: la responsabilità di tutti
Questa preparazione intensiva è fondamentale soprattutto per i giovani, chiamati a compiere un salto di qualità evidente rispetto ai tornei giovanili. La transizione dalle “primavere” all’inverno rigido della Serie A è un banco di prova severo, che spesso mette in difficoltà anche i talenti più promettenti dell’Under 21. Per Pisacane, la sfida non è solo atletica, ma anche tecnica, mentale ed emotiva: saper affrontare la realtà del campo fin dal primo istante. In questo contesto i giocatori che hanno rappresentato il Cagliari nella passata stagione hanno un ruolo cruciale. Non ci sono posti garantiti. Chi prima sedeva in panchina, come Zappa, Wieteska, Obert, Prati e Felici, è chiamato a prendersi le proprie responsabilità e a dimostrare di essere all’altezza di elementi come Mina, Luperto e Adopo. I veterani, dal canto loro, devono correre più dei giovani. La loro disponibilità e il loro comportamento saranno sotto costante verifica, fondamentali per evitare tensioni o “ammutinamenti” in un gruppo che si sta formando.
L’etica del campo: il simbolo prima del nome
L’amalgama tra vecchi e nuovi, tra acquisti affamati di gloria e giovani desiderosi di superare ogni ostacolo, è la chiave. Ogni giocatore è chiamato a dare il massimo, a piangere la notte al buio ma a correre e sudare durante il giorno, senza mai mollare, con lo sguardo fisso sulla grande occasione. Il campo è il giudice supremo, il luogo dove si porta ciò che si è e lo si spende per la squadra. Trentotto battaglie attendono il Cagliari in un campionato di 300 giorni, da cui si deve uscire almeno indenni, sempre con l’idea di vincere e “riportare a casa la pellaccia”. Ogni progresso, ogni margine di crescita, avvicina all’obiettivo. La squadra deve saper attaccare e ricomporsi con la rapidità di un pugile o di un fiorettista: colpire l’avversario e immediatamente riorganizzarsi in difesa per non subire. Un collettivo di “parà” e “marines”, di calciatori che dovranno dimostrare di essere veri eroi.