Caprile: “Bielsa mi ha aperto la mente sul ruolo del portiere”

Elia Caprile condivide la sua esperienza formativa con Marcelo Bielsa al Leeds, rivelando come l’approccio del tecnico argentino abbia rivoluzionato la sua visione del ruolo del portiere. Ecco le sue parole.

Le parole di Elia Caprile, portiere dal percorso internazionale, hanno acceso un faro sulle metodologie di formazione nel calcio italiano, in particolare per quanto riguarda il ruolo del numero uno. Intervistato sul canale YouTube del giornalista Adriano Delmonte, Caprile ha ripercorso le tappe salienti della sua crescita professionale, soffermandosi in modo particolare sull’esperienza vissuta in Inghilterra, sotto la guida di un tecnico rivoluzionario come Marcelo Bielsa.

L’impronta di Bielsa: un portiere oltre la linea di porta

Il periodo trascorso al Leeds, con il carismatico ‘Loco’ Bielsa in panchina, ha rappresentato per Caprile un vero e proprio spartiacque. Il giovane estremo difensore ha raccontato di aver “aperto la mente” una volta giunto in Inghilterra, dovendo abbandonare le abitudini acquisite nel calcio italiano. La visione di Bielsa, infatti, gli “ha completamente trasformato la percezione del ruolo”. Il portiere non è più solo un baluardo tra i pali, ma un elemento attivo nella costruzione del gioco. E Caprile ha evidenziato come il tecnico argentino gli abbia insegnato a “giocare alto, a usare i piedi e a gestire le uscite”, ampliando notevolmente il suo raggio d’azione e la sua influenza sulla partita.

Italia e Inghilterra: filosofie a confronto nella formazione dei portieri

Il confronto tra le due scuole di pensiero è stato netto nelle dichiarazioni di Caprile. Il portiere ha sottolineato una differenza marcata, affermando che “in Italia, a diciotto anni, si è formati quasi esclusivamente sulla parata pura”. Questa focalizzazione, seppur fondamentale, limiterebbe lo sviluppo di altre competenze cruciali nel calcio moderno. L’esperienza inglese, al contrario, ha spinto Caprile a sviluppare una visione più completa e dinamica del suo ruolo, integrando le capacità tecniche con una maggiore consapevolezza tattica e una partecipazione attiva alla manovra della squadra.

La gestione della pressione: il portiere come fulcro della partita

Oltre agli aspetti tecnici e tattici, Caprile ha rivelato un profondo apprezzamento per la pressione e la responsabilità che derivano da un ruolo così centrale. Il portiere ha confessato di “amare la pressione” e di sentire il peso della partita, accettando di essere “l’eroe o il diavolo” in campo. Questa mentalità, forgiata anche dall’ambiente internazionale, lo porta a desiderare di essere un punto di riferimento, un giocatore da cui dipendono le sorti dell’incontro. Una dichiarazione che sottolinea non solo la sua maturità professionale, ma anche la sua predisposizione a un ruolo di leadership, fondamentale per un portiere moderno.