Davide Arras, ex attaccante delle giovanili del Cagliari e successivamente dell’Olbia, ha recentemente condiviso la sua esperienza nel mondo del calcio professionistico, offrendo uno sguardo intimo sulle sfide e le delusioni incontrate. Le sue dichiarazioni, rilasciate durante un episodio del podcast “Facci un giro!”, gettano luce sulle dinamiche che possono plasmare il percorso di un giovane talento tra promesse iniziali e decisioni difficili imposte dai club.
La scelta di cuore e il successo in Primavera
Il racconto di Arras inizia con un profondo legame affettivo verso i colori rossoblù. Cresciuto nelle giovanili della Juventus, il suo passaggio al Cagliari è stato, a suo dire, “una scelta dettata dal cuore”, spinto dalla sua fede di tifoso. L’opportunità di firmare il primo contratto da professionista, un biennale, con una squadra di Serie B come il Cagliari, sembrava promettente, con la speranza di poter trovare spazio per un giovane. Durante la sua permanenza nella Primavera, sotto la guida di mister Canzi, Arras ha vissuto un periodo di grande successo. Il gruppo era descritto come “incredibile”, capace di attirare un vasto pubblico e di raggiungere traguardi inaspettati, come la vetta della classifica e la qualificazione ai playoff, un risultato che sembrava “impensabile” all’inizio della stagione.
Tra promesse e la realtà della prima squadra
Nonostante l’impegno e i risultati ottenuti con la Primavera, le aspettative di Arras riguardo a un possibile esordio in prima squadra non si sono mai concretizzate: “Firmo un biennale, mi fanno tante promesse, dal direttore al presidente. Ma non ho mai avuto l’occasione di giocare in prima squadra”. L’anno successivo, con la situazione del campionato meno brillante, Arras si trovò di fronte a nuove offerte significative da club di Serie C che avrebbero potuto rappresentare un passo avanti nella sua carriera.
La svolta forzata verso Olbia e il distacco dal calcio
La svolta inaspettata è arrivata a gennaio, quando il Cagliari ha posto Arras di fronte a una scelta obbligata: “Mi mettono alle strette. Mi parla il direttore e mi dice: ‘Tu devi firmare il contratto con l’Olbia, diventi un giocatore dell’Olbia, però rimani in prestito a Cagliari’. Io ho chiesto ‘Perché? Magari non voglio andare a Olbia e l’anno dopo vorrei magari andare fuori dalla Sardegna a fare la Serie C se non ci sono più le possibilità di rimanere qua in prima squadra’. Mi misero spalle al muro dicendomi: ‘O firmi il contratto oppure tu rischi che non giochi più’”. Questa pressione, giunta in un momento cruciale come l’imminente Torneo di Viareggio, ha costretto Arras a firmare un accordo che non sentiva suo, segnando un “distacco” profondo tra le sue aspirazioni e la realtà del calcio professionistico.