Caprile: “A Cagliari con Nicola, obiettivo Serie A raggiunto”

Elia Caprile, portiere del Cagliari, racconta la sua stagione tra Napoli e Sardegna. La scelta di Cagliari, il legame con mister Nicola e la sfida della salvezza in Serie A, con un occhio alle difficoltà personali e familiari.

Il percorso di un calciatore è spesso costellato di scelte cruciali e le parole di Elia Caprile, portiere del Cagliari, offrono uno spaccato significativo di una stagione ricca di cambiamenti. Intervenuto nel canale YouTube del giornalista Adriano Del Monte, il giovane estremo difensore ha ripercorso le tappe della sua annata sportiva, svelando i retroscena che lo hanno portato in Sardegna e l’importanza dei legami professionali nel raggiungimento degli obiettivi.

Un inizio a Napoli e la ricerca di continuità

Caprile ha riflettuto sulla sua annata, definendola complessivamente positiva, nonostante le diverse tappe che l’hanno caratterizzata. Ha espresso “la realizzazione di un sogno iniziale, quello di vestire la maglia del Napoli”, un’esperienza che ha segnato l’avvio della sua stagione. Tuttavia, la necessità di “trovare maggiore continuità in campo” lo ha spinto a cercare una nuova avventura. Da qui, il suo passaggio a Cagliari.

Il ricongiungimento con Nicola e la salvezza in Serie A

La scelta di approdare a Cagliari è stata fortemente influenzata da una presenza speciale: “Sono andato in Sardegna anche perché conoscevo già l’allenatore, Nicola. Abbiamo iniziato un nuovo percorso insieme”. Infatti, Caprile e Nicola avevano già collaborato nella stagione precedente a Empoli. Questo legame preesistente ha facilitato l’inserimento in un nuovo contesto, permettendo al portiere di iniziare un percorso condiviso con il tecnico. Insieme, hanno centrato il traguardo prefissato: ottenere i punti necessari per mantenere la categoria, assicurando “la permanenza del Cagliari in Serie A”.

Le sfide di un trasferimento a stagione in corso

Il portiere ha riconosciuto le complessità legate a un trasferimento a campionato in corso, evidenziando come, pur in presenza di figure familiari nello staff o nella dirigenza, l’adattamento rappresenti sempre una prova significativa. Ha sottolineato come un cambiamento così repentino, che lo ha visto passare da Empoli a Napoli e poi a Cagliari nell’arco di sei mesi, comporti notevoli sfide. Nonostante ciò, per lui il processo è stato in parte mitigato dal fatto di essere il promotore del cambiamento e di ricongiungersi con figure professionali già note.

Il supporto familiare dietro le quinte

Caprile ha poi distinto la sua situazione personale da quella dei suoi familiari, in particolare la compagna e la madre, che hanno dovuto gestire la logistica del trasferimento. Ha evidenziato come per loro l’organizzazione del trasloco da Napoli a Cagliari sia stata una sfida maggiore, richiedendo tempo e preparazione. Le sue parole hanno messo in luce il supporto fondamentale che riceve dalla sua famiglia, che lo ha raggiunto in Sardegna dopo “un periodo di venti giorni”, dimostrando l’impegno e il sacrificio necessari per sostenere la carriera di un atleta professionista.