Antonio Filippini, ex calciatore con un passato in club prestigiosi come Lazio e Livorno, ha rilasciato un’intervista a Mondo Primavera, esprimendo il suo punto di vista sulla gestione di Massimo Cellino, ex patron del Brescia, e sul suo impatto nel mondo del calcio. Le sue parole arrivano in un momento particolarmente delicato per i tifosi bresciani, delusi dalla situazione attuale del club.
Le speranze iniziali e il paragone con Cagliari
Filippini ha ricordato come l’arrivo di Cellino avesse inizialmente suscitato grande ottimismo tra i tifosi del Brescia. “Sinceramente, quando è arrivato, noi tifosi del Brescia, ma anche gli addetti ai lavori, eravamo molto fiduciosi. Venivamo da anni difficili, e la società sembrava finalmente pronta a ripartire”, ha affermato Filippini, sottolineando come le premesse fossero positive. Il ricordo della gestione di Cellino a Cagliari ha alimentato ulteriormente le speranze: “Cellino, a Cagliari, nei primi anni della sua gestione, aveva fatto bene, ad eccezione dei problemi legati al tema stadio, si era dimostrato coinvolto e determinato. A Leeds aveva avuto dei problemi, è vero, ma ci sono anche tante situazioni burocratiche che in Italia non possiamo conoscere o prevedere. Nonostante tutto, a Cagliari aveva fatto bene, si era costruito un certo nome. Per questo eravamo davvero speranzosi”.
Il monito per il futuro di Filippini
Tuttavia, le aspettative sono state disattese, lasciando spazio alla delusione. “Come ho detto prima, sembrava che avessimo affidato le chiavi del club a qualcuno che avrebbe potuto fare la differenza. Purtroppo, non è andata come sognavamo”, ha concluso Filippini, esprimendo il rammarico per come si sono evolute le cose. Le sue parole non sono solo un’analisi della situazione del Brescia, ma anche un monito per l’intero sistema calcistico italiano, auspicando una gestione più oculata e trasparente dei club.