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Daniele Conti: “Cagliari è stata la mia Nazionale. Rifiutai tante offerte”

L’ex capitano rossoblù si racconta: dall’addio a Roma per sfuggire all’etichetta di “figlio di” all’amore viscerale per Cagliari, una terra che lo ha adottato e per cui ha rifiutato importanti offerte.

In una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, Daniele Conti ripercorre la sua carriera e il legame indissolubile con la Sardegna, una terra che lo ha accolto e che lui ha eletto a “casa mia”. L’ex capitano del Cagliari si è raccontato tra aneddoti del passato, rifiuti a grandi club e il rapporto con un cognome “scomodo”, aprendo una finestra sul suo percorso umano e professionale che lo ha consacrato come una delle ultime bandiere del calcio italiano.

L’addio a Roma e l’ombra di papà Bruno

Crescere con un padre come Bruno Conti non è stato semplice, specialmente nella Capitale. Daniele Conti ha spiegato come l’etichetta di “figlio di” e “raccomandato” fosse un peso costante, che lo obbligava a dare sempre il doppio per dimostrare il suo valore. La decisione di lasciare Roma, dove pure aveva esordito in Serie A, è stata una scelta consapevole e necessaria per costruire la propria strada. “Sono stato contento di andare via”, ha ammesso, sottolineando come allontanarsi dai continui paragoni fosse fondamentale per la sua crescita. Nonostante questo, il legame con il padre è sempre stato forte, anche se parlavano poco di calcio. L’unica critica che riceveva riguardava i troppi cartellini gialli, un dettaglio che rivela un rapporto basato più sull’affetto che sulle pressioni professionali.

Conti e l’amore per la Sardegna

Il cuore di Conti appartiene a Cagliari e alla Sardegna. Questo amore lo ha portato a rifiutare numerose offerte nel corso degli anni, senza mai farsi tentare da contratti economicamente più vantaggiosi. Tra le squadre che lo hanno cercato ci sono state la Roma di Spalletti, il Napoli, la Fiorentina e persino il Monaco di Claudio Ranieri. “L’idea di lasciare la Sardegna mi faceva stare male“, ha confessato Conti, spiegando come non riuscisse nemmeno a prendere in considerazione le proposte. L’ex capitano ha ricordato anche l’episodio dei fischi all’Olimpico, quando fu accusato di aver esultato troppo dopo un gol. “Mi diedero del traditore”, ha raccontato, “invece il mio era semplicemente amore incondizionato per una terra”. Per lui, il Cagliari è sempre stato la sua Nazionale.

Ricordi rossoblù: da Cellino ad Astori e Nainggolan

Nei suoi sedici anni in rossoblù, Conti ha condiviso lo spogliatoio con tanti compagni e ha avuto un rapporto speciale con il presidente Massimo Cellino, che lo portò in Sardegna e credette sempre in lui, difendendolo anche nei momenti difficili. Un legame forte lo univa anche a Davide Astori, un “ragazzo speciale” e una “persona vera” con cui è rimasto molto legato. Un altro compagno di squadra che Conti ricorda con affetto è Radja Nainggolan, descritto come “una furia inarrestabile“. L’ex capitano ha rivelato di avergli fatto molti discorsi, quasi come a un fratello minore, per evitare che sprecesse il suo immenso talento. Questi racconti dipingono un quadro vivido dello spogliatoio cagliaritano di quegli anni.

La fine di un ciclo e il futuro di Conti

Dopo aver concluso la carriera da calciatore, Conti è rimasto nel club per altri sette anni come responsabile del settore giovanile. Una decisione, quella di lasciare l’incarico nel 2023, presa in autonomia. “Nessuno mi ha mandato via. Sentivo di essere arrivato alla fine di un percorso“, ha chiarito. Oggi Daniele Conti si dedica alla sua famiglia, godendosi un periodo di pausa dal mondo del calcio. Sul futuro non si sbilancia, lasciando aperte tutte le possibilità, ma con una certezza: Cagliari è e sarà per sempre casa sua.