L’ala sinistra classe 2005 è il capitano ma anche il cuore in campo della squadra che ha strappato al Milan la Coppa Italia Primavera. Nato a Napoli, ha giocato finora in stagione 34 partite segnando 9 gol e fornendo 2 assist. Una motivazione in più per guidare i suoi compagni all’Arena Civica di Milano gliel’ha data Barella, presente ieri sugli spalti: “Io e lui siamo molto simili caratterialmente, ho chiesto qualche consiglio ma in realtà quando ci vediamo non parliamo di calcio ma di famiglia. Però mi ha sempre trasmesso la voglia di vincere per il popolo del Cagliari. Ha provato a darmi la sua mentalità vincente, ma quando ci incontriamo parliamo di tutto tranne che di calcio”.
Un gol che vale più di tre punti
Il gol di Vinciguerra non è stato solo un punto sul tabellino, ma un simbolo di passione e dedizione. Il Cagliari Calcio ha voluto sottolineare quanto questo momento sia stato speciale, condividendo un messaggio che ha toccato il cuore di molti: “Solo chi ha il Cagliari nel cuore può capire queste lacrime. Sei uno di noi, Ale”. Parole che risuonano come un abbraccio collettivo, un riconoscimento del legame profondo tra squadra e tifosi: “Ho fatto lo stesso gol come con la Juve, mentre segnavo ho pensato a quell’azione ed è finita esattamente come lo immaginavo. Il popolo sardo mi ha adottato da bambino e chiudere con questo risultato è l’emozione più bella. Per il popolo sardo farò sempre di tutto perché gli devo tanto. È una soddisfazione storica e ho fatto di tutto per portarla a casa. L’anno prossimo non sarò in Primavera e sappiamo come è il calcio anche se io vorrei restare a Cagliari”.
Vinciguerra e l’importanza della squadra
Nella conferenza post partita, Vinciguerra ha voluto ringraziare tutti i componenti della squadra, anche chi era assente per infortunio: “Prima della partita ho ringraziato i nostri compagni dell’anno scorso. Poi è giusto ringraziare Soldati che ha dato tutto anche un infortunio per questa squadra. Ci ha trasmesso tanta garra. Sulla partita? A tutti ho detto che l’avversario poteva essere chiunque ma noi non dovevamo pensarci più di tanto. Dovevamo pensare solo a noi e non doveva mai mancare la fame e alla fine è arrivato un grande risultato”.