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L’ex Nelson Abeijon: “Lasciare Cagliari è stato uno shock. Salvezza mai scontata”

Nelson Abeijon, ex centrocampista di Cagliari e Racing, condivide emozioni e ricordi indelebili legati alla maglia rossoblù, in vista dell’amichevole del 9 agosto. Un viaggio tra passato glorioso e le speranze per il futuro della squadra. Leggi le sue parole.

In un intreccio di destini calcistici che unisce Spagna e Sardegna, Nelson Abeijon, figura iconica per i tifosi del Cagliari, ha recentemente aperto il suo cuore in un’intervista esclusiva. Le sue parole, rilasciate a L’Unione Sarda, giungono proprio mentre si avvicina un appuntamento speciale: l’amichevole tra i rossoblù e il Racing, in programma il 9 agosto. Un’occasione che riporta alla mente i suoi trascorsi in entrambe le squadre, ma soprattutto il legame indissolubile con l’isola e i suoi colori.

Una coincidenza speciale e l’esordio europeo

L’ex centrocampista, che a Cagliari ha giocato dal 1998 al 2003 e poi ancora dal 2004 al 2006, ha definito l’incontro tra le sue due ex squadre come “una coincidenza singolare e affascinante”. Ha ricordato il suo periodo a Santander, sebbene breve, come un capitolo fondamentale della sua carriera: “A Santander ho giocato solo un campionato, ma è stata la mia prima squadra in Europa e ha rappresentato quindi una tappa importante. Ho avuto la possibilità di giocare contro Barcellona, Real Madrid, Atletico. Poi mi facevo certe scorpacciate di paella”. La sua permanenza in Spagna, inizialmente prevista per un quadriennio, si interruppe dopo un solo anno, quando la chiamata del Cagliari cambiò il corso della sua traiettoria professionale.

La “favola” rossoblù e un legame indissolubile

L’approdo in Sardegna si è rivelato in salita. “L’inizio non fu dei più semplici. Ventura non mi vedeva. Quando poi è andato via lui, è iniziata la mia favola”, ha ammesso Abeijon. Il legame con la maglia del Cagliari è rimasto così forte da permeare persino i suoi sogni. “Mi capita spesso di sognare di scendere in campo con quella divisa. È come se fosse cucita addosso alla mia anima”, ha dichiarato.

Ricordi indelebili: da Zola al gol decisivo

Tra i ricordi più vividi, due immagini si stagliano nella mente dell’ex mediano. La prima risale a un ritiro pre-campionato, quando un tentativo di emulare le abilità di Gianfranco Zola nel ‘joga’ si rivelò un’esperienza esilarante e fallimentare, complici le distrazioni di compagni come Esposito e Langella. “Gianfranco è stata una delle persone più straordinarie che abbia mai incontrato a Cagliari”, ha dichiarato, evidenziando il profondo rispetto per l’ex fantasista. L’altro ricordo indelebile è legato a una rete decisiva contro il Palermo, un gol che ha definito “di importanza capitale”.

Il dolore dell’addio e un mistero irrisolto

Il momento più doloroso della sua carriera è stato senza dubbio l’addio al Cagliari. “Non è stato facile andare via. Sotto sotto non credo di averlo mai superato. Mai e poi mai pensavo di dover indossare una maglia che non fosse quella del Cagliari”, ha detto Abeijon. Sul motivo della rottura, invece, ha detto di non aver ancora trovato una risposta a distanza di oltre vent’anni: “Ancora non l’ho capito. Evidentemente Cellino si era stancato o non credeva più in me. Capita”.

Pisacane e le ambizioni future del Cagliari

Riguardo al nuovo tecnico Fabio Pisacane, Abeijon ha espresso un giudizio basato più sulla reputazione che sulla conoscenza diretta. “Non lo conosco come allenatore, ma mi è stato riferito che in campo dava l’anima per il Cagliari, proprio come facevo io. E questo, a mio avviso, è già un punto di partenza eccellente”. Sulle prospettive future del Cagliari, l’ex giocatore ha mantenuto un approccio cauto, non avendo ancora avuto modo di osservare la squadra in azione. Ha riconosciuto gli sforzi della società nel confermare i pilastri e riscattare i giocatori chiave, ma “l’obiettivo primario deve essere la salvezza, che non è mai scontata”, ha ammonito. “È giusto anche ambire a sfidare le grandi squadre a Milano o Roma, con la mentalità vincente che avevamo ai tempi di Arrigoni. Sognare, del resto, è fondamentale per crescere”, ha concluso.