Pisacane: “A Cagliari studio la Gen Z, voglio consolidare i valori di Riva”

Fabio Pisacane, tecnico del Cagliari, svela la sua filosofia di allenamento, l’approccio alla Generazione Z e il profondo legame con l’isola. Un’intervista che tocca temi di leadership, valori e un destino legato indissolubilmente ai colori rossoblù.

Fabio Pisacane, tecnico del Cagliari, ha offerto uno spaccato profondo della sua visione calcistica e del suo legame con la Sardegna in una recente intervista rilasciata a La Repubblica. Le sue parole hanno rivelato non solo un approccio innovativo alla gestione della squadra di Serie A, ma anche un’intima connessione con i valori dell’isola e la sua storia personale, delineando un profilo di allenatore che va oltre la semplice tattica.

La sfida della Generazione Z e l’eredità della Primavera

Il tecnico ha evidenziato come l’approccio al calcio moderno richieda ben più di semplici nozioni tattiche. Ha rivelato di aver intrapreso un percorso di studio approfondito sulla Generazione Z, con il supporto di uno psicologo, per comprendere meglio le dinamiche e le modalità di apprendimento dei giovani atleti. “I ragazzi di oggi hanno un orizzonte di attenzione differente,” ha spiegato, “e rispondono in modo più efficace a stimoli visivi e a un sistema di gratificazioni piuttosto che a rimproveri tradizionali.” Questa metodologia, affinata anche grazie all’esperienza maturata alla guida della formazione Primavera del Cagliari, si è rivelata una palestra preziosa, fornendogli non solo una solida cultura del lavoro ma anche la capacità di apprendere dagli errori e di evolvere costantemente.

Dalla fascia al campo: la storia di Pisacane

Pisacane ha riflettuto sulla transizione da compagno di squadra a guida tecnica, sottolineando come, pur mantenendo un rapporto informale fuori dal campo con alcuni veterani come Rog, Zappa, Marin, Deiola e Pavoletti, l’autorità del ruolo sia fondamentale durante le sessioni di allenamento. “Al bar per loro sono Fabio, ma in campo mi chiamano mister, ci tengo,” ha affermato, evidenziando l’importanza del rispetto dei ruoli. Ha inoltre riconosciuto il coraggio delle società nel puntare su tecnici giovani, come lui stesso, Chivu, Cuesta e Fabregas, ma ha anche sottolineato la grande responsabilità che grava su di loro. “Il nostro successo è cruciale,” ha affermato, “perché un eventuale insuccesso potrebbe precludere simili opportunità ad altri giovani allenatori in futuro.”

Cagliari nel destino: i valori di Gigi Riva

Il legame di Pisacane con l’isola è profondo e quasi predestinato. “Desidero infondere nella squadra i principi di un popolo straordinario, che ha accolto me e la mia famiglia come a casa,” ha dichiarato, “parlo di etica del lavoro, rispetto, umiltà e discrezione, gli stessi valori incarnati da Gigi Riva.” Un destino che sembrava già scritto, come testimonia il suo unico gol da professionista, l’ultimo siglato nello storico stadio Sant’Elia prima della sua chiusura. E il legame si rafforza attraverso la sua famiglia, con il figlio Matias che gli insegna le filastrocche in lingua sarda, un segno tangibile di un’integrazione profonda e sentita.

L’idolo di Pisacane

La sua stessa carriera da calciatore, con l’esordio in Serie A a trent’anni, è la prova tangibile della sua filosofia: “Non è mai troppo tardi per inseguire i propri sogni,” ha riflettuto, “e per migliorarsi, la fiducia in sé stessi è fondamentale.” Ha condiviso anche un aneddoto personale legato al suo idolo, Gabriel Batistuta, che gli inviò un messaggio di incoraggiamento dopo un infortunio, un gesto che lo emozionò profondamente. La sua storia, fatta di tenacia e passione, si riflette anche nelle scelte familiari, come il nome del suo cane, Batistuta, e quello del figlio Marco, in memoria di un fratello perduto, a testimonianza di un percorso di vita ricco di sfide e affetti.