Il mondo del calcio italiano è scosso dalle recenti dichiarazioni di Ezio Maria Simonelli, presidente della Lega Serie A, che ha puntato i riflettori su una problematica annosa e sempre più pressante: la condizione degli impianti sportivi nazionali. La Unipol Domus di Cagliari punta ad essere uno degli stadi interessati dal torneo che si svolgerà nell’estate del 2032.
Il divario infrastrutturale e lo “stato comatoso”
Simonelli ha dipinto un quadro desolante, sottolineando come l’Italia sia drammaticamente indietro rispetto al resto d’Europa in termini di modernizzazione e costruzione di nuovi stadi. Ha evidenziato una disparità numerica impressionante: mentre negli ultimi diciotto anni il continente ha visto l’inaugurazione di ben 226 nuovi impianti, l’Italia ne ha contati appena sei, di cui solo tre destinati alla massima serie. Questa situazione è stata descritta dal presidente con termini forti, quasi drammatici, come “uno stato comatoso” che frena ogni ambizione di crescita e competitività.
L’ombra sulla candidatura a Euro 2032
La preoccupazione di Simonelli si estende ben oltre il mero aspetto estetico o funzionale degli stadi, toccando direttamente il futuro del calcio italiano sul palcoscenico europeo. Il presidente ha espresso timori concreti riguardo alla candidatura dell’Italia per ospitare gli Europei del 2032. “Siamo arretrati rispetto a tutti gli altri paesi,” ha affermato, aggiungendo che “il rischio che ci possa essere revocata la candidatura lo vedo. Rischiamo una figura non bellissima a livello internazionale.” Un monito chiaro, che fa eco alle critiche già mosse da figure di spicco del calcio continentale, come il presidente Ceferin, che Simonelli ha riconosciuto come fondate.
L’appello al governo di Simonelli
Di fronte a questo scenario critico, il presidente della Lega Serie A non si limita a denunciare, ma propone anche una via d’uscita. Simonelli sta intensificando le pressioni sul governo affinché vengano semplificate le procedure burocratiche e snelliti gli iter per la realizzazione di nuove strutture. Ha citato esempi virtuosi come il Bluenergy Stadium di Udine, definendolo “un esempio di eccellenza” che ha permesso all’Italia di “fare una gran bella figura”. Accanto a Udine, anche gli impianti di Bergamo e Torino sono stati menzionati come eccezioni positive in un panorama altrimenti desolante, a dimostrazione che, con la giusta volontà e procedure più agili, il cambiamento è possibile.