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Tancredi Palmeri: “San Siro è un’opera d’arte, non va abbattuto”

Tancredi Palmeri si schiera contro l’abbattimento di San Siro, definendolo un’opera d’arte e un brand globale, pur riconoscendo il desiderio dei club di nuovi stadi. Un dibattito acceso in vista della decisione di lunedì.

Mentre l’Inter si prepara ad affrontare il Cagliari all’Unipol Domus per la quinta giornata di Serie A, l’attenzione del mondo del calcio non è rivolta solo al campo. Fuori dal rettangolo verde, infatti, tiene banco una questione che tocca le corde più profonde della storia sportiva italiana: il futuro di San Siro. Con una decisione cruciale sulla vendita dello stadio attesa per lunedì, la discussione si infiamma, e tra le voci più autorevoli si è levata quella di Tancredi Palmeri, che ha espresso un parere netto e appassionato sul destino del Meazza.

Il valore inestimabile di un simbolo

Palmeri ha sottolineato con forza l’unicità architettonica del ‘Meazza’, definendolo un capolavoro di rara bellezza. “È un’opera d’arte ineguagliabile,” ha affermato, “l’unica creazione architettonica italiana del dopoguerra che ha saputo elevarsi a simbolo universale del nostro paese nel mondo intero.” Una dichiarazione che evidenzia il valore non solo sportivo, ma anche culturale e identitario dello stadio, un monumento che trascende il semplice impianto sportivo.

Un brand riconosciuto a livello globale

La sua argomentazione prosegue evidenziando la risonanza globale di San Siro. “Non esiste un altro stadio al mondo che goda di una tale riconoscibilità,” ha spiegato Palmeri, “è un vero e proprio marchio a sé stante, un’icona che i tifosi di ogni latitudine venerano. Non a caso, è il secondo monumento più visitato di Milano, a testimonianza del suo impatto ben oltre il calcio.” Un attestato di stima che lo eleva a punto di riferimento imprescindibile nel panorama sportivo internazionale, capace di attrarre visitatori e appassionati da ogni continente.

Modernità e funzionalità attuali

Contrariamente a quanto spesso si sente dire, Palmeri ha insistito sulla piena attualità della struttura. “Non è affatto un monumento del passato,” ha ribadito, “San Siro è perfettamente all’altezza delle esigenze odierne, e i dati lo dimostrano chiaramente.” Una presa di posizione che mira a sfatare il mito di uno stadio obsoleto, proponendo una visione che ne riconosce la funzionalità e la modernità intrinseca, capace di ospitare eventi di alto livello senza problemi.

Nuovi stadi sì, ma non a ogni costo

Pur riconoscendo il desiderio legittimo dei club di possedere un proprio impianto, Palmeri ha posto un limite invalicabile. “Se le società desiderano un nuovo stadio di proprietà, è giusto che possano realizzarlo,” ha ammesso, “ma non a costo di sacrificare San Siro.” Ha poi espresso un forte dubbio sulle motivazioni dietro la spinta alla demolizione: “Quando si ricorre sistematicamente a falsità sullo stato reale delle cose per giustificare l’abbattimento, allora è lecito chiedersi se ci sia qualcosa di poco chiaro dietro questa insistenza.”