In una recente intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, l’ex allenatore del Cagliari Davide Ballardini è tornato a parlare della sua carriera, soffermandosi in particolare sul controverso rapporto con l’ex presidente del club, Massimo Cellino. Le sue parole dipingono il quadro di una rottura insanabile, segnata da un licenziamento che il tecnico non ha mai digerito.
Un addio definito “folle e triste”
Ballardini non usa mezzi termini per descrivere la fine della sua avventura in Sardegna sotto la gestione Cellino. “Una storia brutta, folle e triste”, ha dichiarato, rievocando un licenziamento per giusta causa che definisce “assurdo”. Il tecnico ha raccontato come l’allora presidente “si inventò tutto”, al punto che, a suo dire, “si mise a ridere pure il giudice del lavoro”. Un episodio che ha lasciato una ferita profonda, portando Ballardini a sentirsi tradito. Pur ammettendo di avere un carattere non facile e di aver avuto discussioni con tutti i suoi presidenti, l’allenatore ha sottolineato la particolarità negativa di quella specifica situazione.
Nessun ritorno possibile
La frattura con Cellino appare definitiva e insanabile. Ballardini ha affermato con fermezza che non sarebbe mai tornato a lavorare per lui, indipendentemente dall’offerta economica. “Da lui non sarei tornato per nessuna cifra”, ha spiegato, mettendo in primo piano il valore della propria integrità personale. “La mia dignità ha un valore troppo grande”, ha concluso, chiudendo la porta a qualsiasi futura collaborazione. Le sue dichiarazioni evidenziano come, nonostante la sua fama di tecnico capace di subentrare in contesti difficili e ottenere risultati, l’esperienza cagliaritana con Cellino rappresenti un capitolo chiuso nel peggiore dei modi.




