Elia Caprile, portiere del Cagliari, ha acceso i riflettori su Antonio Conte, tessendo le lodi del tecnico leccese in un’intervista rilasciata a Cronache di Spogliatoio. Le parole del giovane portiere, che ha avuto modo di conoscere da vicino i metodi di allenamento di mister come Bielsa, offrono uno spaccato interessante sulla capacità di Conte di motivare e valorizzare i propri giocatori.
Il paragone con Bielsa e il segreto del Napoli
Caprile, pur non avendo vissuto in prima persona la stagione trionfale del Napoli, ha raccolto testimonianze che lo hanno portato a tracciare un parallelo tra il lavoro di Conte e quello di un altro maestro come Bielsa: “Non avendo vissuto la passata stagione, mi sono fatto raccontare alcune cose. Posso dirti che quello che ho visto nei primi 6 mesi di questa stagione a Napoli è simile a quello che mi ha fatto vedere Bielsa quando ero a Leeds: cura dei dettagli maniacale”. Un’attenzione al dettaglio che, secondo Caprile, è fondamentale per raggiungere il successo.
Allenamenti estenuanti per la perfezione
Il portiere del Cagliari ha poi sottolineato la dedizione e la meticolosità che contraddistinguono gli allenamenti di Conte: “Con Conte, come con Bielsa, finché la cosa non esce perfetta in allenamento, si rimane in campo a provarla. Non c’è altra strada. Si rimane lì finché non viene”. Un metodo che può sembrare duro, ma che, a detta di Caprile, porta i suoi frutti: “Senza lamentele e senza niente: quello che fai bene il mercoledì te lo ritrovi la domenica. Questo è stato il segreto del Napoli: non avere problemi ad accettare un mister che ti fa rimanere in campo anche due ore e mezzo perché le cose devono venirti bene e te le ritrovi in partita”.
La capacità di Conte di entrare nella testa dei giocatori
Infine, Caprile ha evidenziato la dote più grande di Conte: la capacità di entrare in sintonia con i giocatori e di tirare fuori il meglio da ognuno di loro: “E poi lui riesce davvero a entrare dentro ai calciatori a gamba tesa, nel senso positivo: riesce a tirarti fuori, come un dono, quello che altri non riescono”. Un rapporto schietto e diretto, basato sulla fiducia reciproca: “La prima volta che ci siamo sentiti gli chiesi di essere sempre diretto, anche se avesse dovuto dirmi una cosa brutta: lo è sempre stato, infatti, e nutro un profondo rispetto per lui”. Parole che testimoniano la stima e l’ammirazione di Caprile nei confronti di un allenatore capace di lasciare un segno indelebile nella carriera dei suoi giocatori.